Sabatini di Quaresima in onore della Madonna

Nella storia della nostra Comunità Ecclesiale di San Cataldo, i «sabatini di Quaresima» in onore della Madonna precedono la Settimana Santa. Il primo sabato in onore della Madonna sotto il titolo “dell’Immacolata” era riservato ai sacerdoti; veniva poi il secondo «sabatino» in onore della Madonna sotto il titolo “della Mercede”, festeggiata dai galantuomini e il terzo «sabatino» in onore della Madonna sotto il titolo “del Rosario” era festeggiato dalle maestranze; il quarto «sabatino» in onore della Madonna sotto il titolo “delle Grazie” era festeggiato dai “borgesi”; il quinti «sabatino» in onore della Madonna sotto il titolo “del Carmelo” era festeggiato dai “jurnatara”, infine, l’ultimo «sabatino» in onore della Vergine Addolorata veniva festeggiata dai “vinalora”, “rigattera” e “issara”, mentre è venuta meno, sin dagli anni ’50 del Novecento, la processione del Crocifisso organizzata dai “vuccera” nella giornata del mercoledi santo. Tali feste non sono più organizzate dai ceti lavorativi e le rispettive statue si conservano in Chiesa Madre, mentre quello della Madonna del Rosario presso la società operaia “G. Rizzo” e la Madonna del Carmelo e l’Addolorata presso le famiglie che ne fanno richiesta. Le manifestazioni ricalcavano lo stesso schema per tutti i gruppi, tuttavia si potevano contraddistinguere per lo sfarzo degli addobbi e del volume dei fuochi d’artificio. Questi momenti di festa avevano principalmente lo scopo di rendere omaggio alla Madonna e, in secondo luogo, di primeggiare sulle altre categorie lavorative mostrando all’intera comunità il proprio peso sociale. Spettava ai governatori curare la festa, ora invece è una commissione che si fa carico sia degli aspetti organizzativi che finanziari. Il giovedì precedente alla manifestazione, i membri del ceto si recavano a casa della famiglia che aveva custodito per un anno la statua della Madonna e la portavano in Chiesa Madre e li vi rimaneva fino al sabato mattina. Dopo la celebrazione della Santa Messa, si formava un corteo aperto dagli associati che portavano l’abitino e tenevano in mano i rami d’alloro; seguiva il fercolo con la statua della Madonna, dietro ad essa la banda musicale ed infine tutti i fedeli. Numerose erano le soste previste lungo il percorso processionale, sia per un breve riposo dei portatori del fercolo, sia per permettere a qualche associato di manifestare la propria devozione con i fuochi d’artificio. La processione, giunta al luogo stabilito, affidava la statua della Madonna alla famiglia che per l’intero anno se ne prendeva cura. Una stanza della casa diventava una sorta di cappella; ogni giorno si recitava e si continua a fare, il Santo Rosario e si cantavano inni alla Madonna. La festa si concludeva con la distribuzione dei ceci, fave e vino.