Celebriamo la solennità dell’assunzione in cielo, in corpo e anima, della Beata Vergine Maria. L’assunzione in cielo della figlia di Davide, primo vivente tabernacolo di Cristo, è stata da sempre certezza delle coscienze, prima di diventare verità di fede. L’Immacolata Vergine Maria è immune dalla corruzione del peccato, così come lo è da quella materiale della morte. Maria è assunta alla gloria dei cieli, Maria intercede per l’umanità intera. La storia e i secoli gridano: è assunta! La Chiesa grida: è assunta! Gli angeli e i santi acclamano: è assunta! Così il 1° novembre 1950, il Venerabile Papa Pio XII proclamava come dogma che la Vergine Maria «terminato il corso della vita terrena, fu assunta alla gloria celeste in anima e corpo». Questa verità di fede era conosciuta dalla Tradizione, affermata dai Padri della Chiesa, ed era soprattutto un aspetto rilevante del culto reso alla Madre di Cristo. Proprio l’elemento cultuale costituì, per così dire, la forza motrice che determinò la formulazione di questo dogma: il dogma appare un atto di lode e di esaltazione nei confronti della Vergine Santa. Questo emerge anche dal testo stesso della Costituzione apostolica, dove si afferma che il dogma è proclamato «ad onore del Figlio, a glorificazione della Madre ed a gioia di tutta la Chiesa». Venne espresso così nella forma dogmatica ciò che era stato già celebrato nel culto e nella devozione del popolo di Dio come la più alta e stabile glorificazione di Maria: l’atto di proclamazione di Maria assunta in cielo, si presentò quasi come una liturgia della fede. E nel Vangelo, Maria stessa pronuncia profeticamente alcune parole che orientano in questa prospettiva. Dice: «D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata» (Lc 1,48). E’ una profezia per tutta la storia della Chiesa. Questa espressione del Magnificat, riferita dall’evangelista Luca, indica che la lode alla Vergine Santa, Madre di Dio, intimamente unita a Cristo suo Figlio, riguarda la Chiesa di tutti i tempi e di tutti i luoghi. E l’annotazione di queste parole da parte dell’Evangelista presuppone che la glorificazione di Maria fosse già presente al periodo di san Luca ed egli la ritenesse un dovere e un impegno della comunità cristiana per tutte le generazioni. Questa solennità è un invito quindi a lodare Dio, e a guardare alla grandezza della Madonna, perché chi è Dio lo conosciamo nel volto dei suoi figli. Affidiamoci alla sua materna intercessione, affinché ci ottenga dal Signore di rafforzare la nostra fede nella vita eterna; ci aiuti Maria a vivere bene il tempo che Dio ci offre con speranza. Una speranza cristiana, che non è soltanto nostalgia del Cielo, ma vivo e operoso desiderio di Dio qui nel mondo, desiderio di Dio che ci rende pellegrini infaticabili, alimentando in noi il coraggio e la forza della fede, che nello stesso tempo è coraggio e forza dell’amore. Buona solennità della Madre di Dio, assunta in cielo in anima e corpo!